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Paganesimo: Parte XIII - Amore pagano

Dal momento che le forze dell'Asse hanno perduto la seconda guerra mondiale, l'idioma inglese, che ci piaccia o meno, è divenuto nel mondo civilizzato quel che nel mondo antico fu il latino. È una cattiva notizia, questa, per i francesi, gli spagnoli, i tedeschi, e per le altre nazioni cultural-imperialiste che cercavano di esportare la loro lingua nelle altre parti del mondo; ma è una cattiva notizia anche per l'evoluzione dello spirito nell'uomo. Vedete, si dice che l'inglese sia un idioma ricco, ma ahimé, esiste un'unica parola inglese che significhi amore.

Nella lingua norvegese esistono parecchi termini differenti, con sfumature di significato leggermente differenti, che in inglese vengono tradotti con "love" (ad esempio kjærlighet, elskov e forelskelse), ma questi termini hanno un significato più generale, e per trovare le più interessanti e precise parole per "amore" è invece necessario studiare l'antico norvegese (vale a dire il norreno). Tali termini norreni per "amore" sono sopravvissuti in alcuni nomi propri, ma a parte questo essi sono sconosciuti alla moderna società scandinava. Il termine più ovvio per dire "amore" in norreno è frjá, dal proto-norreno frijō (amore), ma anche il termine ingr, dal proto-norreno InguR (amore, amante) è molto ben conosciuto, ed entrambi in Scandinavia vengono ampiamente utilizzati nei nomi propri. Il terzo ed ultimo termine che menzionerò in questo contesto è ást, dal proto-norreno anst (amore), il quale viene utilizzato praticamente solo come nome proprio, sebbene più raramente degli altri due termini precedentemente citati.

Il lettore perspicace si accorgerà che ást è un termine molto simile alla parola norrena per "dìo", áss (pl. æsir), dal proto-norreno ans (bocca, delta/estuario del fiume, respiro e soffio, "fonte dell'espressione divina"), e questa non è una coincidenza. Tutti i diversi termini norreni per "amore" descrivono diversi tipi di amore, e ást è la più alta forma d'amore, l'amore divino che manifesta se stesso nella forma degli Æsir!

Potreste chiederVi perché mai le parole che significano "amore" siano scomparse dai nostri idiomi, ma questo ha perfettamente senso nel momento in cui comprendiamo che le parole perdute per "amore" eran tutte direttamente collegate alla religione e alle divinità pagane: frjá è anche il nome della dèa dell'amore (Freyja) e della dèa dell'amore materno (Frigg, in proto-norreno Frijjō); ingr è anche il nome del dìo dell'amore e della fertilità (Ingr alias Freyr); e ást è l'amore degli Æsir! Perché queste parole avrebbero dovuto, e come avrebbero esse potuto sopravvivere alla cristianizzazione dell'Europa? Quando il nostro continente fu cristianizzato, il superiore amore pagano morì insieme alle parole con cui lo si descriveva, comprendeva ed esprimeva, e tutto ciò che oggi rimane è l'amore generico e unidimensionale del mondo-che-parla-inglese (con qualche parola aggiuntiva nelle zone del mondo più civilizzate). Anche in questo contesto, l'Europa è divenuta, per colpa del giudeo-cristianesimo, un luogo più arido, con una più arida comprensione e capacità di amore.

È interessante notare come Freyja e Ingr (Freyr) non siano Æsir, ma Vanir (al singolare vanr, termine che, semplicemente, significa "acqua"). Vedete, frjá è un termine che descrive l'amore terreno: l'amore genitoriale, l'amore coniugale (riproduttivo) ed il razzismo (l'amore per coloro che, geneticamente parlando, ci sono più vicini). Questo amore è fondato nel sangue e nel DNA, e dal sangue e dal DNA deriva. Si tratta di un amore primitivo e naturale, e sebbene non sia esso nobile e divino quanto l'ást, è quintessenziale alla sopravvivenza e al miglioramento del genere umano. Questo è ciò che ci fa amare la nostra discendenza; ciò che ci fa sentire attratti, geneticamente parlando, da partner sani e dal riprodurci con loro; ciò che ci assicura che i nostri geni vengano tramandati alle generazioni successive. È l'amore che ancòra in parte comprendiamo, nonostante la cristianizzazione dell'Europa, semplicemente perché si tratta di un amore istintivo, poiché noi siamo predeterminati a comprenderlo dal nostro DNA. Non esiste quantità di lavaggio del cervello che possa rimuovere la nostra capacità di un amore naturale1.

La forma più nobile dell'amore che talvolta sia conosciuta all'uomo moderno è ingr. Anch'esso è in parte un amore biologico, tuttavia è più intellettuale e spirituale, ed è più difficile afferrarlo. Ingr si può descrivere con le seguenti parole: "Ti amo, dunque ti espongo a tutto ciò che possa renderti una persona migliore". Se la Vostra dolce e innocente figlia, per esempio, ha l'influenza, e Voi la amate a questo grado d'amore, Voi ne sarete felici, poiché le augurate il meglio, e sapete che affinché lei sviluppi un sistema immunitario più forte è necessario che sia esposta a tali virus. Quando guarirà, il suo sistema immunitario sarà meglio preparato contro le future influenze, e anche contro altre malattie. Le persone più intelligenti, di conseguenza, ricercano le avversità e una vita dura, una vita in climi e luoghi ostili, in cui si debba essere industriosi e scaltri per poter sopravvivere. Fanno questo poiché desiderano assicurare a se stessi e ai loro figli le migliori opportunità per crescere come esseri umani. Fanno questo poiché amano i loro figli, e perché sono intelligenti abbastanza da comprendere cosa sia realmente meglio per loro. La vita sulla Terra non ha alcun senso, a meno che non ci renda migliori!

Questo amore, ingr, è sostanzialmente il modo in cui gli dèi e le dèe si rapportano con noi, poiché noi siamo i loro figli: loro ci espongono ad ogni sorta d'avversità, di orrori e di problemi perché ci amano. Fanno questo perché desiderano che diveniamo migliori, perché vogliono che noi stessi, infine, diveniamo dèi e dèe.

Ciò spiega la ragione per cui gli dèi decisero di creare la razza nordica a Thule (Atlantide), nell'aspro clima della Scandinavia settentrionale, e spiega la ragione per cui le persone che vivono in climi aspri sono generalmente più industriose, inventive ed intelligenti che le persone le quali vivono in climi più miti. Dopotutto, devono esserlo se vogliono sopravvivere. Questo spiega inoltre la ragione per cui gli dèi (con l'aiuto della gravità) inflissero al nostro mondo una glaciazione subito dopo aver creato la razza nordica, costringendo sostanzialmente l'uomo nordico a migliorare, e a migliorare velocemente.

I migliori individui della razza nordica, coloro che realmente comprendevano ingr, seguirono la cresta dei ghiacci nuovamente verso nord, nel momento in cui al termine dell'ultima glaciazione i ghiacci si sciolsero, piuttosto che spostarsi verso luoghi dal clima più amichevole come altri fecero. Essi comprendevano la necessità di trovarsi esposti a quante più avversità possibili. Un individuo che comprenda ingr si rallegrerà nel trovarsi di fronte all'avversità, e in effetti egli o ella vi si esporrà coscientemente e volontariamente, mentre coloro che non comprendono ingr si lagneranno, compatiranno se stessi e cercheranno di evitare le avversità ad ogni costo. La capacità d'ingr è cio che distingue gli esseri umani dai subumani.


***

Ást è la più alta forma d'amore, e troviamo delle ottime descrizioni del suo svelamento in alcune fiabe raccolte e pubblicate dai fratelli Grimm, da Asbjørnsen e da Moe (come "Cenerentola" e "Mamma Holle" [= Mamma Hel]), e anche nelle fiabe russe (si pensi alle favole del libro "Òðè Öàðñòâà" ["I tre regni"], pubblicato a Mosca nel 1985 dall'editore Raduga).

L'amore divino, ást, nonostante le fiabe è sconosciuto all'uomo moderno, poiché egli è un giudeo-cristiano oppure uno sciocco àteo, che non pratica più il paganesimo. In qualche modo, alcune persone colgono un barlume di questo amore divino, poiché a un certo punto della loro vita esse colgono un barlume della morte (di Hel): sul tavolo di una sala operatoria in ospedale, in un incidente, o magari in un sogno!

Ást è sconosciuto all'uomo moderno, è vero, ma in verità era sconosciuto anche alla maggior parte dei pagani del passato, semplicemente perché l'uomo comune non può farvi fronte. La maggior parte dei pagani sapevano della sua esistenza, ma poco su di esso. Ást può essere pericoloso se non si sa come rapportarsi ad esso, così come il Sole e la Luna. La luce del Sole può essere pericolosa: è dannosa agli occhi se la si osserva direttamente, e alla pelle se ci si espone ad essa troppo a lungo. Alcune persone non sopportano la luce della Luna, e perdono completamente la testa se vi si espongono (divengono lunatici, dal latino "Luna").

Di conseguenza, gli antichi pagani avevano rigide regole quando si trattava di svelare i segreti dell'ást alle persone. Coloro che fossero nati nei tredici giorni di Yule (vale a dire dal 21/22 dicembre al 2/3 gennaio), i nati con il "camice della vittoria", i nati ciechi, i nati la cui madre fosse morta di parto, i nati con un occhio blu e uno verde (come David Bowie potrei aggiungere), i nati zoppi, o i nati con un qualunque altro "marchio", venivano visti come esseri predeterminati a divenire sacerdoti e sacerdotesse pagani e ad apprendere l'ást. Essi erano creature "marchiate dagli dèi".

Coloro che non avessero posseduto tali marchi fin dalla nascita, ma che fossero stati ritenuti abbastanza forti e puri da essere iniziati comunque, venivano marchiati (solitamente con una cicatrice) durante l'iniziazione - di conseguenza gli inquisitori del medioevo cercavano "i marchi del diavolo" su tutti gli uomini e le donne che volevano assassinare per esser delle "streghe" e degli "stregoni", a riprova del fatto che essi erano in verità "adoratori del diavolo".

Non è facile comprendere tutto questo, ma vi è una logica. Le persone nate nei giorni di Yule arrivavano sulla Terra nel bel mezzo dell'annuale battaglia del Ragnarök (che ha il suo culmine nel giorno di Capodanno), nel momento in cui le forze della luce incontrano e combattono le forze dell'oscurità, e prevalgono potrei aggiungere. Essi nascono quando i sacerdoti e le sacerdotesse combattono le forze dell'oscurità, di conseguenza sono stati inviati dagli dèi in quel momento per partecipare. I nati col "camice della vittoria", vale a dire con la membrana che avvolge il feto intatta, vengono al mondo con una protezione straordinaria. I nati la cui madre muore di parto vengono al mondo circondati dalla morte, nel momento in cui madre e figlio/a sono ancora uniti fisicamente, così sanno già più degli altri riguardo questo. Coloro che nascono ciechi non possono vedere il mondo fisico, di conseguenza possiedono una consapevolezza straordinaria di ciò che accade nel mondo spirituale. I nati con un occhio blu e uno verde, si dice che abbiano più degli altri l'abilità di vedere i fantasmi e il regno dei morti ("un occhio per ciascun reame"), e dal momento che i sacerdoti e le sacerdotesse, al Ragnarök, combattono i fantasmi nel reame dei morti, questo è ovviamente un vantaggio. Coloro che nascono zoppi, si dice che indossino lo stivale di Víðarr, e probabilmente essi hanno partecipato alla lotta del Ragnarök addirittura prima di nascere. Ferirono il loro piede quando lo misero tra le fauci del lupo Fenrir per poterle strappar via. Dev'essere per questo che camminan zoppi…

Il marchio degli dèi era così importante ai loro occhi, tanto che i sacerdoti e le sacerdotesse non marchiati solitamente si mutilavano da soli (e che marchiati si nasca o lo si divenga per propria mano è irrilevante: se si è in grado di sopportare il dolore, e lo si accetta di buon grado, certamente si è anche abbastanza forti per affrontare i pericoli dell'ást); inoltre spesso essi indossavano una sola scarpa, oppure una scarpa larga e una stretta, per camminare zoppicando.

Gli esempi mitologici di mutilazione o di automutilazione sono molti. Óðinn strappò via uno dei suoi occhi per bere dal pozzo di Mímir (memoria). Una delle capre di Þórr (Tanngnjóstr [brillar di denti] ovvero Tanngrísnir [idem]) aveva un'andatura claudicante, dopo che un contadinello aveva spezzato una delle ossa delle sue zampe mentre la mangiava, nel tentativo di succhiarne il midollo. Quando la capra il giorno seguente venne resucitata da Þórr, era zoppa. Týr perse la sua mano quando il lupo Fenrir la divorò. Óðinn venne per sempre segnato nel momento in cui conficcò una lancia nel suo stesso corpo, mentre era appeso all'albero del mondo per apprendere le rune, e certamente in verità, anche ad appendersi all'albero era stato lui stesso.

La minaccia più cristallina dell'ást per l'uomo è lo splendore di quest'amore divino. Se si è vista la bellezza d'una pricipessa elfa e del suo nero castello d'ebano in un reame divino, allora la bellezza di una donna terrestre e del mondo in cui viviamo può perdere un che della sua attrattiva. Se si son visti i cieli, e si comprende che per giungervi è necessario morire, diventa difficile vivere sulla terra. Noi siamo qui per una ragione, e se tutti fossero a conoscenza di quanto è meravigliosa la morte, allora sceglierebbero di morire anziché di continuare a vivere, e noi non saremmo più in grado di fare quel che siamo qui per fare. Così, solamente a coloro che siano abbastanza forti per affrontare questo dovrebbe essere permesso di far esperienza dell'amore divino durante la vita. Essi devono conoscere lo splendore dei cieli, tuttavia devono essere in grado di vivere in questo mondo terrestre e nemico, progettato su misura per renderci migliori (esponendoci ad ogni sorta di avversità nel tempo). L'intima comprensione dell'ást in sé è benefica, poiché il desiderio e l'abilità di respingere diverse tentazioni ci rende migliori.

Baldr (puro, pulito, "bianco") e sua moglie Nanna (duro lavoro, industriosa) vanno ad Hel per sei mesi ogni anno, poiché la vita dura laggiù li migliora ulteriormente (e la vita ad Hel è dura per loro solamente perché sanno com'è ad Ásgarðr). Baldr è invulnerabile a tutte le tentazioni del nostro mondo, nulla può nuocergli, e come Cenerentola (=Nanna) egli utilizza un sacro ramo (la lancia di Óðinn) per aprire la tomba e accedere a Hel. Quand'essi ritornano, dopo il Ragnarök, tutti i poteri sono purificati e il mondo è divenuto un luogo migliore.

Ci si aspetta che tutti divengano migliori per mezzo della vita sulla Terra, e ognuno viene esposto a differenti livelli di avversità, ma solo i più forti tra noi sono in grado di affrontare le sfide dell'ást. Il ritmo dell'apprendimento dell'uomo sulla Terra è progressivo, il che significa che più forti già si è, più forti si diverrà ogni giorno. Coloro che comprendono l'ást apprendono e crescono in un giorno più di quanto coloro che non lo comprendono non facciano in una vita, e questa è la ragione per cui i più puri e i più industriosi tra noi dovrebbero cercarlo. Tuttavia, se un essere umano non può affrontare l'ást, è meglio che viva una vita ordinaria. L'illuminazione giungerà abbastanza presto comunque.

L'espressione latina "omnia vincit amor" ("l'amore vince tutto") è vera solamente perché gli Æsir sono essi stessi manifestazione ed espressione dell'amore divino. L'amore vince anche la morte, poiché esiste aldilà del tempo, nel vyrð (wyrd, "stima", "il reame degli dèi", "Ásgarðr").

Notas:
  1. Anche se potrei aggiungere che il lavaggio del cervello, così come i difetti ormonali e genetici, può renderci incapaci di comprendere l'amore naturale (da cui l'omosessualità maschile, la sodomia [compreso l'antirazzismo] e altre perversioni sessuali) [n.d.A.].

Varg "Kvísl-Ingr" Vikernes
(13.04.2006)
Traduzione di Lupo Barbéro Belli



Amor fati!
(Giulio Cesare)





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